martedì 19 febbraio 2013

Capitolo 15 - FanFiction - Il punto di vista di Matt


Che brutta sensazione dover tornare al lavoro dopo aver passato un intero weekend fra le braccia di Adele… 

Mentre sto lavorando al pc su alcuni dati, squilla il telefono dell’ufficio.


“Pronto?”

“Signore, c’è un problema per l’incontro con il cliente. Dice che non riesce ad essere qui per il meeting di domani e chiede se fosse possibile che lo raggiungiate voi a Milano ” afferma la mia segretaria.

Cosa??

 “Digli che va bene! Informati sull’albergo in cui lui soggiorna e prenotami il volo e l’hotel. Grazie mille. Io adesso devo andare.”

Bene! Ho la giornata libera!  Ma come faccio a dirlo ad Adele?!  La chiamo subito, voglio vederla.


“Pronto?” risponde sussurrando. 


Che cosa succede?


“Ciao piccola! Sei all' università?” 

“Sono in biblioteca! Mi stanno guardando tutti male per colpa tua.” 

Sento il suo sorriso…… ecco spiegato il suo sussurro.

“Bene,allora ti salvo io! Sto venendo a prenderti!” mormoro con fare cospiratorio.

Parcheggio la macchina e sento una scossa elettrica partire dalla nuca ed arrivare in fondo alla schiena. Lei è vicina. 
La vedo. Il sole le illumina il viso e i capelli... sembra davvero un angelo: il mio angelo perfetto. 
Sorrido istintivamente, la prendo tra le braccia e la bacio teneramente.


“Ciao..” dice senza staccarsi dalla mia bocca..


“Ciao! Sei felice di vedermi??”

“Si, non si vede?? Cosa ci fai qui invece di essere al lavoro ?” domanda.

“ Beh visto che domani dovrò partire, vorrei stare con te oggi” 

In verità i miei programmi sarebbero altri, ma non preoccuparti piccola: oggi sono tutto tuo.


“ Devi partire???” mormora terrorizzata.
 
Ehi piccola!!


“Si... per un viaggio di lavoro, ma venerdì torno, non preoccuparti!” 

Sono felice di constatare che sentirà la mia mancanza e che preferirebbe che io non partissi, però così facendo mi fa sentire in colpa.

“Non era programmato, ma il dovere mi chiama.”

“Va bene non preoccuparti......allora cosa vuoi fare?” 

“Voglio fare l’amore con te ” dico a bruciapelo.

Lei sgrana gli occhi. Non vuole? Non riesco a capire.

“Tu non vuoi?” le domando.

“Certo che voglio!!” 

Sorrido e la bacio con passione. 
Mentre lei si lascia andare, i volumi che ha tra le braccia le cadono. Mi stacco da lei per raccoglierli e noto la copertina.


“Il piacere?” le domando.

“Si, devo fare un confronto fra le due figure femminili! “.

 Mi sembra contrariata da questo compito.

“Ti posso aiutare io, sono un maestro nel piacere femminile!” le dico prendendola in giro.
 
“Non lo metto in dubbio” brontola.


Sono impaziente, ho troppa voglia di lei. Le prendo la mano e la conduco verso la mia macchina.

“Andiamo a casa mia?” mi chiede.

“Va bene piccola..” 

Visto che mi sono autoimposto di dirle sempre la verità, c’è ancora una cosa che deve sapere..


“Mi sono dimenticato di dirti che… la settimana scorsa sono andato da Marco ” sentenzio come se fosse una cosa normale.

“Che cosa hai detto?!” sibila.

Gli ho detto che deve lasciarti stare. Mi sono fatto restituire le chiavi del tuo appartamento e… gli ho dato un pugno.” 

Ricordo le sue parole e la rabbia torna a farsi viva.


“Che cosa?!Non dovevi farlo..” strilla.

“Non dire niente. Deve capire che non sei più sua, che non deve nemmeno permettersi di avvicinarsi a te; altrimenti gli spaccherò davvero la faccia! Tu ora sei mia!”  ringhio mettendo subito in chiaro le cose.

Arrossisce e sorride. 

"È inutile che mi guardi come se volessi sgridarmi! Perché è così: ormai sei mia ".

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